Storia
L’abitato di Costa di Mezzate è dominato dal Castello Camozzi Vertova che, pur sorgendo a mezza costa del Colle Alto denominato Colle San Geminiano, costituisce l’elemento di maggior spicco del paese. Venne eretto dall'imperatore Ottone I (962) ma dopo la sconfitta definitiva del Barbarossa nella battaglia di Legnano (1176), le proprietà furono assegnate dal Comune di Bergamo, alle famiglie fedelissime dei capitani, gli Albertoni de Vertua (Vertova), i Rogerio de Scalve e alla nobile famiglia Del Zoppo di Bergamo. Intorno al 1160 Albertus Albertoni de Vertua sul luogo dell’antica rocca difese Bergamo nella guerra contro il Barbarossa (lega di Pontida).
Alberto de Vertua, che partecipò anche alla pace di Costanza (1183), rimase insignito, e con lui i discendenti, del dominio del castello, divenendo il capostipite dei Conti Vertova, poi Camozzi Vertova, che ereditò la proprietà.
Nel periodo delle Signorie, il castello adempì il suo ruolo di difesa dei luoghi e degli abitanti e si trovò al centro di fatti d’armi durante le guerre tra Milano e Venezia. Dopo la pace di Lodi (1454), il castello perse la sua funzione militare e diventò una residenza rinascimentale.
Nel 1433, fu emanato un decreto della Repubblica di Venezia, che “esentava per cinque anni da ogni carico reale, personale et misto quei di Bagnatica et Mezzate in riconoscimento della loro fedeltà et in riconoscenza delle sciagure sofferte". Alla ripresa delle ostilità tra le due potenze, il castello s’impose quale temibile baluardo di difese e permise alle truppe della Serenissima di salvarsi dai milanesi.
I conti Vertova si estinsero in linea maschile nella prima metà del 1800, ma la loro nobile stirpe continuò in linea femminile attraverso l’ultima epigona, contessa Elisabetta, nei Camozzi de Gherardi Vertova. Ora la storia e la vita del castello continuano con la contessa Maria Edvige nei Palma Camozzi de Gherardi Vertova.
Il castello è un vasto complesso formato da edifici, sorti in diverse epoche (dal XII al XVII secolo), la parte nord è la più antica e mantiene, pur dopo un restauro ottocentesco, il carattere tipico dei manieri medioevali.
Al di là di questo primo nucleo si protendono verso il sottostante villaggio vari corpi di fabbrica trasformati in attraente residenza di campagna, nella quale si apre un’elegante loggia del ‘500.
Risale al XV secolo la sistemazione di un magnifico giardino all’italiana, tuttora esistente.
Per tutto il medioevo il paese visse di riflesso le vicende tormentate di tutta la penisola come le lotte tra comuni, tra guelfi e ghibellini, le dominazioni straniere con le conseguenti miserie, acuite dalla peste, che colpirono la popolazione e portano alla nascita d’istituzioni importanti come il Pio Consorzio della Misericordia e l’Assistenza ai poveri.
La posizione strategica spiega la presenza di fortificazioni fin dai tempi più antichi, ma niente conferma l’ipotesi di un’origine romana del “castrum” medioevale, attorno al quale si formò il primo “vico”, popolato da agricoltori che lavoravano la sottostante campagna. Una torre in vetta al colle svolgeva le funzioni di osservatorio verso la valle e la pianura ed era il punto forte per la difesa del luogo.
Notevole fu il contributo dato dalla famiglia Camozzi alle lotte per l’Unità d’Italia, soprattutto attraverso i fratelli Gabriele e Giovan Battista, che fu sindaco di Bergamo nel 1860 e senatore del regno.
Garibaldi fu più volte ospite del castello, dal quale una colonna di volontari, chiamata colonna Camozzi e comandata da Gabriele, mosse per soccorrere Brescia, che sosteneva un’eroica resistenza contro gli austriaci.
Struttura
Esternamente il castello si presenta con un grande giardino composto da alberi secolari.La cinta muraria possiede torri angolari che garantivano un’ottima visuale durante i combattimenti.
In epoca rinascimentale il castello ha subito alcune modifiche.
Lungo la cinta muraria si può trovare un secondo ingresso, su cui sono scolpite nella pietra le insegne araldiche della famiglia proprietaria, i Vertova. Un leopardo e un’aquila accompagnano il motto di tale casato: Honor et gloria.
All’interno si possono trovare numerosi dipinti e affreschi di valore, tra i quali spicca un ciclo pittorico di Luigi Deleidi.
L'interno del castello, il suo "cuore", differisce nettamente dalla corazza che lo avvolge. Infatti, vi si trova un cortiletto cinquecentesco di forma rettangolare, delimitato su tre lati da un porticato, sorretto da archi romanici che si appoggiano su eleganti colonne di arenaria.
Sul lato nord del cortiletto interno è stata murata un’epigrafe che reca le seguenti parole a ricordo del capostipite della famiglia Alberto degli Albertoni dei Capitani di Vertova:
«ALBERTUS ALBERTONUS DE CAPITANEIS DE VERTULA AD PACEM COSTANTIAE ORATOR ANNO MCLXXXIII ANTIQUIOR FAMILIAE D.D. COMITUM ET EQUITUM VERTUAE AUCTOR REPERTUS ET PROPAGATOR BERGOMI».
Gli interni sono tutti affrescati e ben conservati, in particolare si ricorda il salone delle armi che presenta una volta a padiglione e le pareti affrescate con motivi del genere mitologico, realizzate nel XVIII secolo a cura di uno sconosciuto artista.
Il castello è proprietà privata, non è perciò visitabile.